Licenziamento per ritorsione
Corte di Cassazione, sentenza n. 31527 del 3 dicembre 2019 

Il licenziamento per ritorsione si configura come una reazione ingiusta ed arbitraria del datore di lavoro ad un legittimo comportamento del lavoratore, con conseguente nullità del licenziamento e reintegrazione del lavoratore, quando il motivo ritorsivo sia stato l’unico a determinare l’irrogazione della sanzione espulsiva e sempre che il lavoratore ne abbia fornito la prova, anche tramite presunzioni.

Riders – Medesime tutele dei lavoratori subordinati

Corte di Cassazione, sentenza n. 1663 del 24 gennaio 2020

Si applica la disciplina del rapporto di lavoro subordinato ai lavoratori che svolgono attività di consegna di beni per conto altrui, in ambito urbano e con l’ausilio di velocipedi o veicoli a motore, attraverso piattaforme anche digitali (c.d. riders). Ai rapporti di collaborazione di cui all’art. 2 del D.Lgs. 2015, n. 81, pur non riconducibili ad un ‘tertium genus’ intermedio tra lavoro autonomo e subordinato, si applica la disciplina del rapporto di lavoro subordinato, senza necessità di ulteriori indagini, tutte le volte in cui, integrandosi il requisito della etero-organizzazione nella fase funzionale di esecuzione del rapporto, le modalità di coordinamento della prestazione, personale e continuativa, del collaboratore, siano imposte dal committente. 

Fondo di Garanzia INPS per il TFR: il lavoratore non incassa se prima non ottiene un titolo esecutivo
Corte di Cassazione, sentenza n. 1887 del 28 gennaio 2020

Il previo conseguimento di un titolo esecutivo nei confronti del datore di lavoro insolvente costituisce un presupposto non solo letteralmente, ma anche logicamente necessario, giacché l’accertamento giurisdizionale della misura del TFR dovuto in esito all’ammissione allo stato passivo ovvero la sua consacrazione in un titolo esecutivo conseguito nei confronti del datore di lavoro rappresentano la modalità necessaria per l’individuazione della misura stessa dell’intervento solidaristico del fondo di garanzia, essendo l’ente previdenziale terzo rispetto al rapporto di lavoro inter partes ed essendo nondimeno la sua obbligazione modulata sul TFR maturato in costanza di rapporto di lavoro. 

Troppo tempo al cellulare per lavoro – Malattia professionale
Corte di Appello di Torino, sentenza n. 904 del 3 dicembre 2019

Il giudice ha riconosciuto la natura professionale del neurinoma dell’acustico destro del lavoratore determinato dal prolungato e continuativo utilizzo del cellulare (15 anni) per ragioni lavorative. L’INAIL è stato condannato al pagamento dell’indennizzo della malattia professionale. La decisione è stata supportata dalla CTU che ha accertato la sussistenza del nesso eziologico sulla base dei termini del ‘più probabile che non’.

Eterovestizione dell’impresa e obbligo contributivo INPS
Tribunale di Vicenza, sentenza n. 123 del 10 maggio 2019

Non è eterovestita la società straniera che, pur ricevendo direttive organizzative da parte di una società italiana, operi con propri lavoratori e mezzi, non configurandosi quindi come costruzione di puro artificio. Pertanto, non è legittima la pretesa dell’INPS al pagamento dei contributi previdenziali per i lavoratori occupati nella società straniera.

Dispositivi di protezione individuale (DPI) dei lavoratori e tutto quel che il datore di lavoro deve fare
Corte di Cassazione, ordinanza n. 33133 del 16 dicembre 2019 

La nozione di DPI si riferisce a qualsiasi attrezzatura, complemento o accessorio che possa costituire una barriera protettiva rispetto a qualsiasi rischio per la salute e la sicurezza del lavoratore, ai sensi anche dell’art. 2087 c.c.: a ciò consegue che il datore di lavoro è tenuto a fornire tali indumenti ai dipendenti e a garantirne l’idoneità a prevenire l’insorgenza e il diffondersi di infezioni, provvedendo anche al relativo lavaggio.