Arlati Ghislandi
newsletter
FEBBRAIO 2016
Arlati Ghislandi
Studio Arlati Ghislandi
Milano - corso G. Matteotti, 7
tel. +39 0254118656
Roma - piazza G. Mazzini, 27
tel. +39 0698386285

studio@arlatighislandi.it
www.arlatighislandi.it
blog.arlatighislandi.it
GiurisprudenzaScarica PDF
Passaggio a full-time: precedenza per condizioni patrimoniali svantaggiose
Cassazione n. 275 del 12 gennaio 2016

La Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con sentenza in commento, ha stabilito che, in merito alla graduatoria per il passaggio dei lavoratori da part-time a full-time, ai sensi dell’art.5, co.2, D.Lgs. n.61/00, si deve dare precedenza ai lavoratori con maggiori carichi familiari, intendendosi coloro che hanno condizioni patrimoniali più svantaggiose e non chi ha maggior numero di figli.
In ottemperanza alla ratio della norma, che è quella di preferire chi ha più bisogno di incrementare il reddito, si deve prendere in considerazione il carico fiscale, che rappresenta la concreta condizione del singolo lavoratore. Il numero dei figli, infatti, non denota le effettive condizioni economiche e patrimoniali del nucleo familiare.
La Società è stata quindi condannata al risarcimento in favore della lavoratrice ricorrente, in quanto nella graduatoria era stato preferito un collega con più figli, ma con condizioni patrimoniali più vantaggiose.

Avvisi di addebito INPS: 20 giorni per proporre ricorso contro i vizi di forma e notificazione  
Cassazione n. 835 del 19 gennaio 2016

In merito ai vizi di forma e di notificazione degli avvisi di addebito INPS, la Corte di Cassazione ha statuito che l’eventuale ricorso va proposto entro il termine di 20 giorni (rispetto a quello ordinario di 40 giorni), che decorre dalla richiesta dell’Istituto con raccomandata postale o tramite Pec.
La Suprema Corte, con la sentenza di commento, ha sottolineato che, in caso di deposito del ricorso in opposizione all’avviso di addebito al giudice competente del lavoro oltre il suddetto termine, le eccezioni formali sull’atto dell’INPS e sulle modalità della sua notificazione vanno considerate tardive e non possono essere più riproposte.

Niente mobbing per la negazione del diritto alle ferie 
Cassazione sentenza n. 2920 del 15 febbraio 2016

Secondo la Corte di Cassazione non sussistono gli estremi del risarcimento per mobbing nei confronti del dipendente cui non viene assicurato il diritto alle ferie a causa del sovraccarico di lavoro, a nulla rilevando la presenza di una perizia medica che evidenzia una lesione psico-fisica riconducibile alle vicende del rapporto di lavoro.
In particolare la Suprema Corte, con la sentenza in commento ha rilevato la mancata prova da parte del lavoratore delle persecuzione nei suoi confronti, ribadendo che per la configurabilità del mobbing devono ricorrere una serie di comportamenti persecutori che, con intento vessatorio, siano posti in essere  contro la vittima in modo sistematico e prolungato nel tempo, direttamente dal datore di lavoro o da un suo preposto o da altri dipendenti, sottoposti al potere direttivo dei primi.

Niente licenziamento per superamento del periodo di comporto per intervento dei benefici della legge n. 104 
Cassazione sentenza n. 3065 del 17 febbraio 2016

La Corte di Cassazione ha statuito l’illegittimità del provvedimento espulsivo per superamento del periodo di comporto nei confronti del lavoratore che, al termine dell’aspettativa non retribuita, usufruisce dei benefici della legge n. 104/92 e non si presenta in azienda.
Nello specifico la Suprema Corte ha precisato che la fruizione dei permessi dovuti alla disabilità non presuppone un previo rientro in servizio dopo un periodo di assenza per malattia o aspettativa, ma esclusivamente l’attualità del rapporto lavorativo.