Welfare aziendale e costo del lavoro: gli errori da evitare per evitare l’imponibilità delle prestazioni

La progressiva diffusione di politiche di welfare aziendale, anche nelle micro-imprese così come nelle PMI, e una diversa attenzione riservata alle fasi progettuali e strategiche non solo da parte delle imprese, ma anche da parte di autorità ed enti territoriali è stata accompagnata a promossa da nuove esigenze organizzative e interventi normativi.

Come è noto, il lavoratore può scegliere di convertire il premio di risultato in denaro, in opere e servizi di welfare aziendale senza concorrere alla formazione del reddito, purché dette opere e servizi siano riconducibili a specifiche finalità.

Per fare in modo che il piano di welfare sia strutturato in modo da garantire il regime di non concorrenza delle prestazioni alla formazione del reddito da lavoro, le aziende sceglieranno di stipulare il CCL relativo con un ragionevole anticipo in modo che non sia contestabile la funzione incentivante dell'intesa. Sarà inoltre fondamentale l'individuazione di un "gruppo omogeneo" di lavoratori destinatario del piano di welfare o di una parte di esso.

Ne parlano i nostri Daniela Ghislandi e Luca Barbieri, su Il Giornale delle