Licenziamento disciplinare: cumulo di condotte  
Corte di Cassazione, sentenza n. 11539 del 2 maggio 2019  

La Corte di Cassazione, con sentenza del 2 maggio 2019, n. 11539, si è pronunciata in merito ad un licenziamento per giusta causa irrogato in presenza di più condotte sanzionabili.
Nell’ipotesi in cui il licenziamento per giusta causa venga intimato a fronte di più condotte inadempienti addebitate, non necessariamente l’esistenza della giusta causa deve essere ritenuta solo con riferimento al complesso dei fatti contestati, potendo ciascuno di essi essere idoneo a giustificare la massima sanzione espulsiva. E allo stesso tempo il giudice, sebbene debba esaminare le condotte contestate non “atomisticamente” ma con riferimento anche alla concatenazione tra tutte, ha altresì l’obbligo di valutare la valenza disciplinare di ogni singola inadempienza, sia pure nel contesto complessivo della contestazione.  

Insussistenza del fatto contestato: nozione

Corte di Cassazione, ordinanza n. 12174 dell'8 maggio 2019

La Corte di Cassazione, nell’ordinanza n. 12174 dell’8 maggio 2019, si pronuncia in merito alla nozione di insussistenza del fatto contestato ai fini dell’applicazione della sanzione reintegratoria in ipotesi di licenziamento illegittimo.
La nozione di insussistenza del «fatto contestato» comprende non soltanto i casi in cui il fatto non si sia verificato nella sua materialità, ma anche tutte le ipotesi in cui il fatto, materialmente accaduto, non abbia rilievo disciplinare o quanto al profilo oggettivo ovvero quanto al profilo soggettivo della imputabilità della condotta al dipendente. 

Contributi INPS: estinzione agevolata e giudizio pendente
Corte di Cassazione - ordinanza n. 11540 del 2 maggio 2019

Con ordinanza del 2 maggio 2019 n. 11540 la Corte di Cassazione ha confermato l’estinzione del giudizio in cassazione in ipotesi di adesione alla definizione agevolata (c.d. rottamazione delle cartelle ex d.l. n. 193 del 2016).
In presenza della dichiarazione del debitore di avvalersi della definizione agevolata con impegno a rinunciare al giudizio cui sia seguita la comunicazione, il giudizio di cassazione deve essere dichiarato estinto, ex art. 391 c.p.c., rispettivamente per rinuncia del debitore, qualora egli sia ricorrente, ovvero perché ricorre un caso di estinzione “ex lege”, qualora sia resistente o intimato.
In entrambe le ipotesi, peraltro, deve essere dichiarata la cessazione della materia del contendere qualora risulti, al momento della decisione, che il debitore abbia anche provveduto al pagamento integrale del debito rateizzato.

Omissione contributiva INPS: valore probatorio del verbale di accertamento
Corte di Cassazione, ordinanza  n. 12363 del 9 maggio 2019

Con ordinanza del 9 maggio 2019 n. 12363 la Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti in merito al valore probatorio dei verbali ispettivi da cui risulta il mancato pagamento dei contributi previdenziali.
Il verbale di accertamento dell’infrazione fa piena prova, fino a querela di falso, con riguardo:
- ai fatti avvenuti in presenza del pubblico ufficiale e conosciuti senza alcun margine di apprezzamento o da lui compiuti,
- alla provenienza del documento dallo stesso pubblico ufficiale
- ed alle dichiarazioni delle parti.
Tale fede privilegiata non si estende agli apprezzamenti ed alle valutazioni del verbalizzante né ai fatti di cui i pubblici ufficiali hanno avuto notizia da altre persone, ovvero ai fatti della cui verità si siano convinti in virtù di presunzioni o di personali considerazioni logiche.
Per le parti non coperte da efficacia probatoria privilegiata, il materiale probatorio è liberamente valutabile e apprezzabile dal giudice, unitamente alle altre risultanze istruttorie raccolte o richieste dalle parti.


Pensione e reddito da lavoro: cumulabilità dei redditi
Corte di Cassazione, sentenza n. 14417 del 27 maggio 2019 

La Corte di Cassazione, con sentenza 27 maggio 2019 n. 14417, si è pronunciata in merito al rapporto tra accesso al trattamento pensionistico e lavoro dipendente.
In particolare, la corte precisa che il regime di cumulabilità dei redditi da lavoro dipendente e della pensione di anzianità non esclude che quest’ultima possa essere erogata solo se al momento della presentazione della relativa domanda il rapporto di lavoro dipendente sia effettivamente cessato.
A riguardo, deve ravvisarsi una presunzione semplice del carattere simulato della cessazione di tale rapporto ove essa sia seguita da immediata riassunzione del lavoratore, alle medesime condizioni, presso lo stesso datore di lavoro.

Trattamento fiscale della pensione di invalidità
Corte di Cassazione, ordinanza n. 10887 del 16 aprile 2019 

Con Ordinanza n. 10887 del 18 aprile 2019 la Corte di Cassazione si è pronunciata in merito al trattamento fiscale delle somme erogate ad un lavoratore all’esito di un giudizio a titolo di pensione di invalidità. Tali somme devono ritenersi assoggettati a tassazione separata, poiché si qualificano come redditi di lavoro dipendente.