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Licenziamento per Gmo e ricorso al lavoro interinale o a termine
Corte di Cassazione, sentenza n. 19731 del 25 luglio 2018
La
Corte di Cassazione, con sentenza del 25 Luglio 2018 n. 19731, si
pronuncia in merito alla legittimità di un licenziamento per
giustificato motivo oggettivo intimato a seguito di una
riorganizzazione. Detta riorganizzazione aveva previsto in sostituzione
del lavoratore licenziato l’assunzione di lavoratori stagionali.
La Corte ha dichiarato la legittimità del licenziamento in
quanto il datore di lavoro non aveva proceduto a nuove assunzioni a
tempo indeterminato rispetto a posti lasciati vacanti, ricorrendo
piuttosto ad una riorganizzazione delle risorse interne, ovvero ad
assunzioni stagionali per specifici periodi di punta.
Il ricorso a risorse esterne, infatti, è possibile,
perché le maggiorazioni salariali dovute a tali figure sono
comunque inferiori ai costi per mantenere un dipendente assunto a tempo
indeterminato.
Licenziamenti collettivi e criterio dei carichi familiari
Corte di Cassazione, sentenza n. 20464 del 2 agosto 2018
La
Corte di Cassazione, con sentenza n. 20464 del 2 agosto 2018, si
è pronunciato in merito all’applicazione del criterio dei
carichi di famiglia nell’ambito di una procedura di licenziamento
collettivo.
La verifica dei carichi familiari non può solo tenere conto del
numero dei soggetti facente parte del nucleo da un punto di vista
fiscale, ma deve essere condotta anche in relazione alla reale
situazione economica del lavoratore, soprattutto se l’azienda
è a conoscenza di tale elemento.
Nel caso di specie è stato disposto il reintegro di un
lavoratore, licenziato nell’ambito della procedura collettiva,
che pur avendo “solamente” due figli a carico al 50%
risulta avere una situazione economica complessiva peggiore rispetto a
quella di altri lavoratori.
Infortunio e obbligo di risarcimento del danno non patrimoniale non coperto dall’INAIL
Corte di Cassazione, sentenza n. 20392 del 1° agosto 2018
La
Corte di Cassazione, con sentenza n. 20392 del 1° agosto 2018, si
è pronunciata in merito all’obbligo del datore di lavoro
di risarcire al dipendente vittima di un infortunio sul lavoro il danno
non coperto dall’INAIL.
E’ possibile, infatti, che il Giudice accerti la presenza di
danni non riconducibili alla normale copertura assicurativa fornita
dall’INAIL (i cd. “danni complementari”) e dipendenti
dall’infortunio, condannando legittimamente il datore di lavoro
al risarcimento secondo le normali procedure previste dalla
responsabilità civile.
Cartelle esattoriali: conservazione dei documenti ai fini processuali
Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Emilia, sentenza 30 luglio 2018 n. 143
La
Commissione tributaria provinciale di Reggio Emilia, con sentenza n.
143 del 30 Luglio 2018, si pronuncia in merito all’obbligo del
concessionario di conservazione della matrice o della copia della
cartella, con la relazione dell'avvenuta notificazione, per un periodo
di tempo superiore ai 5 anni previsti per la conservazione degli atti
ai fini amministrativi.
La commissione conferma l’esistenza di tale obbligo evidenziando
le esigenze connaturate al contenzioso giurisdizionale. In tali casi
trovano, infatti, pieno e continuativo vigore le disposizioni generali
sul riparto e sul soddisfacimento dell'onere probatorio; con la
conseguenza che il concessionario sarà comunque tenuto,
indipendentemente dal suddetto obbligo di conservazione nel
quinquennio, a fornire in giudizio la prova della notificazione della
cartella. Una cosa è l'obbligo di conservazione a fini
amministrativi. organizzativi ed ispettivi, e tutt'altra l'osservanza
dell'articolo 2697 cod. civ. non derogato dalla norma speciale.
Redditi prodotti in Francia e obbligo di dichiarazione in Italia
Corte di Cassazione, ordinanza n. 20291 del 31 luglio 2018
La
Corte di Cassazione, con ordinanza n. 20291 del 31 Luglio 2018, si
pronuncia in merito all’obbligo di dichiarare in Italia il
reddito prodotto ed assoggettato a tassazione in Francia, in
applicazione della Convenzione contro le doppie imposizioni.
La Corte di Cassazione ha ritenuto che il reddito percepito in Francia,
quale dirigente di società di diritto francese, reddito
pacificamente già tassato in Francia, attraverso il meccanismo
delle ritenute alla fonte, deve essere dichiarato anche in Italia.
È conseguente legittimo, in mancanza di riscontro nella
dichiarazione dei redditi presentata dal contribuente, il recupero a
tassazione dell’imposta IRPEF ed Addizionali regionali e comunali
IRPEF.
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