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Giurisprudenza Scarica PDF
Il cedolino del collega è depositabile tra gli atti della difesa
Cassazione n. 7783 del 3 aprile 2014
La Corte di Cassazione interviene in merito alle prove documentali ammesse a difesa di una controversia in materia di lavoro.
In particolare la Suprema Corte ha ammesso come prova a sostegno della difesa il prospetto paga della moglie dell’ ex dipendente, anch’essa dipendente dello stesso datore di lavoro: in tal modo l’avvocato difensore dell’azienda chiamata in giudizio ha dimostrato che il licenziato aveva comunque mezzi per vivere.
La Corte di Cassazione, nella pronuncia in commento, ha fatto prevalere il diritto alla difesa del datore rispetto a quello della tutela della privacy del lavoratore terzo, in quanto non direttamente coinvolto nel giudizio.
Nullità del contratto a termine
Corte d’Appello di Brescia
Con sentenza del 3 aprile 2014 la Corte di Appello di Brescia è intervenuta sulla nullità di un contratto a termine per superamento della percentuale prevista in rapporto ai lavoratori assunti a tempo indeterminato (nel caso di specie il 15%), osservando che la conversione a tempo indeterminato del rapporto va posta in relazione soltanto al fatto relativo al superamento di detta percentuale attraverso il contratto impugnato e non per i contratti a tempo determinato stipulati prima del superamento di detta soglia.
Licenziamento del disabile solo previo intervento della Commissione medica
Cassazione n. 8450 del 10 aprile 2014
Con sentenza n. 8450 del 10 aprile 2014, la Cassazione ha affermato che un soggetto invalido, assunto tramite le liste di collocamento per disabili, può essere licenziato solo se l'impossibilità di reinserimento all'interno dell'azienda viene accertata da una apposita Commissione medica che valuta le condizioni in funzione della maggior tutela riservata ai disabili.
Licenziamento illegittimo: inapplicabilità della disciplina sanzionatoria della Riforma Fornero
Cassazione n. 9098 del 22 aprile 2014
In tema di licenziamento illegittimo, la Corte di Cassazione ha statuito l’inapplicabilità della disciplina sanzionatoria introdotta dalla Riforma Fornero (Legge n. 92/2012) ai processi in corso alla sua entrata in vigore (18 luglio 2012), compreso il giudizio di rinvio della Cassazione.
Nello specifico la Suprema Corte, con la Sentenza n. 9098 del 22 aprile 2014, ha chiarito che la disciplina introdotto dalla riforma non può essere applicata, in quanto ha definito una diversa e complessa disciplina dei licenziamenti che non incide soltanto sul regime sanzionatorio in caso di recesso illegittimo da parte del datore di lavoro, ma modifica la qualificazione giuridica dei fatti prevedendo distinti regimi di tutela, con un’evidente ricaduta sul sistema delle allegazioni e delle prove.