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JUS NOVEMBRE |
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Molestie sul luogo di lavoro: il datore di lavoro risarcisce il danno morale oltre a quello biologico Con l’ordinanza n. 27723/2024, la Cassazione afferma che la dipendente che ha subito molestie e violenze sessuali nel luogo di lavoro ha diritto a ricevere il risarcimento - da parte del datore di lavoro - anche per i danni morali derivanti dalla sofferenza interiore provocata da tali accadimenti (oltre al riconoscimento del danno biologico). Una lavoratrice è stata risarcita con la somma di Euro 157.185,00 dopo che aveva presentato ricorso al fine di ottenere il risarcimento del danno morale per essere stata vittima di molestie sessuali da parte di due superiori gerarchici e dopo di uno stupro ad opera di uno dei due. La Cassazione rileva che, in presenza di un danno alla salute, non costituisce duplicazione risarcitoria la congiunta attribuzione di una somma di denaro a titolo di risarcimento del danno biologico, anche personalizzato, e di una ulteriore somma a titolo di risarcimento dei pregiudizi definibili come danni morali. I danni morali, pur non avendo fondamento medico-legale - in quanto sprovvisti di base organica ed estranei alla determinazione del grado percentuale di invalidità permanente – sono rappresentati dalla sofferenza interiore (quali, ad esempio, il dolore dell'animo, la vergogna, la disistima di sé, la paura, la disperazione). Pertanto la Corte di Cassazione rigetta il reclamo presentato dalla società, ritenendo legittimo e congruo il risarcimento per i danni morali Si rimane a disposizione per qualsiasi eventuale ulteriore confronto si dovesse ritenere opportuno. |
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