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LUGLIO 2017
Arlati Ghislandi
GiurisprudenzaScarica PDF
Abuso di internet e legittimità del licenziamento
Corte di Cassazione, sentenza 15 giugno 2017 n. 14862 
Con sentenza n. 14862 del 15 giugno 2017, la Corte di Cassazione si è pronunciata in merito alla legittimità di un licenziamento disciplinare per giusta causa intimato ad un dipendente per aver abusato della connessione internet del PC assegnatogli in dotazione. La Corte ha confermato la legittimità del licenziamento, pur precisando che la condotta è ascrivibile alla sanzione meno grave del licenziamento per giustificato motivo soggettivo.
Ai fini della legittimità del licenziamento non è necessario che il lavoratore conosca le disposizioni sull'utilizzo degli apparati mobili aziendali, in quanto l’illiceità della condotta non poteva non essere nota. Peraltro secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale, l'onere di pubblicità del codice disciplinare, previsto dall'art. 7, della legge n. 300 del 1970, non sussiste se il datore di lavoro contesta un comportamento che integra una violazione di una norma penale, o sia contrario all'etica comune, o concreti un grave o comunque notevole inadempimento dei doveri fondamentali connessi al rapporto di lavoro, quali sono gli obblighi di diligenza e di fedeltà. Non è richiesto, inoltre, neppure il rispetto del divieto di controlli a distanza previsto dall’art. 4 L. n. 300 del 1970, trattandosi di un controllo finalizzato a tutelare il patrimonio aziendale sotto il profilo della sua integrità, del suo regolare funzionamento e della sicurezza degli impianti. Non è stata ritenuta violata, infine, la normativa in materia di privacy, non avendo l’azienda trattato dati personali del lavoratore. 




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