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LUGLIO

COVID-19: violazione del protocollo e condotta antisindacale
Tribunale di Treviso, Decreto n. 2571 del 2 luglio 2020

Il Tribunale di Treviso, con Decreto del 2 luglio 2020 n. 2571, ha dichiarato la antisindacalità della condotta datoriale per non aver costituito il Comitato ex art. 13 Protocollo 14/3/2020 presso una delle sedi aziendali, limitandosi a costituire un unico comitato centrale del quale non facevano parte né erano in qualche modo coinvolte le RSA e RLS di un’altra sede.
La pronuncia si rivela particolarmente interessante perché conferma il carattere vincolante del protocollo essendo emanazione di una raccomandazione di fonte regolamentare ed il frutto degli inviti istituzionali delle più alte cariche dello Stato al fine di fronteggiare una obiettiva situazione di emergenza nazionale. Il DPCM 11 marzo 2020 è, poi, attuativo dell’art. 3 del d.l. 6/20 ed è legittimato dalla fondamentale legge 88/400.



Istruttori sportivi e trattamento dei compensi
Cassazione Civile, ordinanza n. 11375 del 12 giugno 2020

La Corte di Cassazione, con ordinanza 12 giugno 2020, n. 11375, ha precisato che i compensi per la formazione, didattica, preparazione e assistenza di attività sportiva dilettantistica, qualora non siano conseguiti nell’esercizio di professioni né derivino da un rapporto di lavoro dipendente, sono «redditi diversi» e, come tali, esenti dalla contribuzione previdenziale, anche con riguardo al periodo precedente all’entrata in vigore dell’art. 35, comma 5, del d.l. n. 207 del 2008, conv. dalla l. n. 14 del 2009, il quale – disponendo che nelle parole «esercizio diretto di attività sportive dilettantistiche» contenute nell’art. 67, comma 1, lett. m) del D.P.R. n. 917 del 1986, T.U.I.R., sono ricomprese «la formazione, la didattica, la preparazione e l’assistenza» all’attività sportiva dilettantistica – ha natura di norma di interpretazione autentica del predetto art. 67, con portata chiarificatrice della nozione ivi contenuta.



Verbale ispettivo e autonoma impugnabilità
Corte di Cassazione, ordinanza n. 11369 del 12 giugno 2020

La Corte di Cassazione, con ordinanza 12 giugno 2020, n. 11369, ha stabilito che il verbale di accertamento ispettivo relativo alla violazione delle norme sulla tutela del lavoro subordinato, pur notificato unitamente al preannuncio di sanzioni pecuniarie nella misura minima, non è suscettibile di autonoma impugnabilità in sede giurisdizionale, trattandosi di atto procedimentale inidoneo a produrre alcun effetto sulla situazione soggettiva del datore di lavoro.



Obblighi fiscali nella somministrazione irregolare
Cassazione Civile, sentenza n. 10966 del 9 giugno 2020 

Con sentenza 9 giugno 2020, n. 10966, la Corte di Cassazione ha stabilito che, nell’ambito della somministrazione di lavoro irregolare, l’azienda utilizzatrice non è tenuta al versamento delle ritenute d’acconto fin quando l’aspirante dipendente non avrà chiesto e ottenuto, tramite sentenza costitutiva, il contratto di lavoro subordinato.
Nell’ambito della somministrazione di lavoro irregolare, l’utilizzatore non è automaticamente datore di lavoro della manodopera utilizzata e non è quindi gravato di tutti gli obblighi propri del datore di lavoro, compreso quello della effettuazione delle ritenute d’acconto (art. 23 del D.P.R. n. 600/1973), ma diviene datore di lavoro se ed in quanto il lavoratore abbia esercitato con esito positivo l’azione costitutiva del rapporto di lavoro.




Uso personale del telepass aziendale: licenziamento legittimo
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, sentenza n. 10540 del 3 giugno

La Cassazione Civile, Sezione Lavoro, con sentenza 3 giugno, n. 10540, si è pronunciata sul licenziamento di un dipendente che ha fatto un uso personale del telepass aziendale, confermandone la legittimità.
Ciò in quanto il comportamento è idoneo a ledere irreparabilmente e definitivamente il vincolo fiduciario posto a fondamento del rapporto di lavoro e, di conseguenza, giustifica il recesso per giusta causa irrogato dal datore di lavoro a conclusione del procedimento disciplinare.