Licenziamento ritorsivo: esclusività del motivo illecito
Corte di Cassazione, sentenza n. 23583 del 23 settembre 2019

La Corte di Cassazione, con sentenza del 23 settembre 2019, n. 23583, ribadisce alcuni aspetti relativi al licenziamento ritorsivo.
In particolare precisa che l’intento ritorsivo datoriale deve aver avuto efficacia determinativa esclusiva della volontà di recedere dal rapporto di lavoro, anche rispetto ad altri fatti rilevanti ai fini della configurazione di una giusta causa o di un giustificato motivo di recesso.
Ne consegue che la nullità deve essere esclusa se con il motivo illecito (elemento ritorsivo) concorre un motivo lecito, come una giusta causa o un giustificato motivo.   

Compenso dell’amministratore: quando non spetta

Corte di Cassazione, sentenza n. 22802  del 12 settembre 2019

La Corte di Cassazione, con sentenza del 12 settembre 2019, n. 22802 si è pronunciata in merito alla rinunciabilità del compenso di amministratore.
A riguardo la Suprema Corte ha precisato che, se è vero che l’amministratore di una società, con l’accettazione della carica, acquisisce il diritto ad essere compensato per l’attività svolta in esecuzione dell’incarico affidatogli, tuttavia tale diritto è disponibile e, così come può essere derogato da una clausola dello statuto della società, che condizioni lo stesso al conseguimento di utili, ovvero sancisca la gratuità dell’incarico , del pari può anche essere oggetto di rinuncia anche attraverso una remissione tacita del debito.
Tale rinuncia, tuttavia, non si desume semplicemente dalla sua condotta inerte, ma necessita di un comportamento concludente tale da rivelare in modo univoco la sua volontà abdicativa. Nel caso di specie, il non aver mai richiesto la liquidazione del proprio compenso durante l’intero e lungo rapporto di lavoro può realizzare la condotta di tacita rinuncia al compenso. 

Superamento del periodo di comporto: computo dei giorni non lavorativi
Corte di Cassazione, ordinanza n. 22928 del 13 settembre 2019

Con ordinanza 13 settembre 2019, n. 22928 la Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti riguardanti la tipologia di assenze che rientrano nel periodo di comporto.
Devono essere inclusi nel calcolo del periodo, oltre ai giorni festivi, anche quelli di fatto non lavorati, che cadano durante il periodo di malattia indicato dal certificato medico.
E’ ammessa prova contraria a carico del lavoratore che può essere costituita solo dalla dimostrazione dell’avvenuta ripresa dell’attività lavorativa.

Aumento del premio INAIL: morte del dipendente
Corte di Cassazione, sentenza n. 23517 del 20 settembre 2019 

La Cassazione Civile, Sezione Lavoro, con sentenza 20 settembre 2019, n. 23517, si è pronunciata in merito alla legittimità dell’incremento di premio INAIL in ipotesi di morte di un dipendente per malattia tabellata (mesotelioma pleurico).
In particolare ha sancito che detto incremento è legittimo se l’azienda non prova che la morte del dipendente è estranea all’amianto.


Assegno di separazione e deducibilità dal reddito
Corte di Cassazione, sentenza n. 29178 del 12 novembre 2019

La Corte di Cassazione, con sentenza 12 novembre 2019, n. 29178, ha chiarito che in tema di oneri deducibili dal reddito delle persone fisiche, la legge limita la deducibilità, ai fini dell'applicazione dell'IRPEF, solo all'assegno periodico - e non anche a quello corrisposto in unica soluzione - al coniuge in conseguenza di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio. 

Rischio radiologico e reddito imponibile
Corte di Cassazione, Ordinanza n. 23717 del 24 settembre 2019 

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 24 settembre 2019 n. 23717, si è pronunciata in merito all’imponibilità dell’indennità per rischio radiologico.
In tema d'imposte sui redditi di lavoro dipendente, al fine di poter negare l'assoggettabilità ad IRPEF di una erogazione economica effettuata a favore del prestatore di lavoro da parte del datore di lavoro, è necessario accertare che la stessa non trovi la sua causa nel rapporto di lavoro o che tale erogazione, in base all'interpretazione della concreta volontà manifestata dalle parti, non trovi la fonte della sua obbligatorietà né in redditi sostituiti, né nel risarcimento di danni consistenti nella perdita di redditi futuri, cioè successivi alla cessazione od all'interruzione del rapporto di lavoro.
Trovando causa nel rapporto di lavoro, confluisce nella base imponibile l'indennità erogata dal datore di lavoro al lavoratore a titolo di ristoro per la permanente esposizione sul luogo di lavoro al rischio scaturente dalla gestione di attrezzature radiologiche concorre alla formazione della base imponibile.