NEWSLETTER
DICEMBRE


Rito del lavoro: chiarimenti della Cassazione
Corte di Cassazione, sentenza n. 29596 del 24 dicembre 2020 

Con la sentenza n. 29596 del 24 dicembre 2020 la Corte di Cassazione ha ribadito alcune specificità del rito del lavoro.
Ha precisato l'impossibilità per le parti di introdurre domande, eccezioni e conclusioni nuove.
Inoltre ha rammentato l'impossibilità di impugnare per omesso esame di fatti decisivi le sentenze di secondo grado in ipotesi di cosiddette “doppia conforme”, ovvero nel caso in cui i due gradi di merito si siano conclusi in maniera analoga.




Licenziamento collettivo: avvio della procedura
Corte di Cassazione, sentenza n. 28816 del 16 dicembre 2020

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 28816 del 16 dicembre 2020, ha fornito chiarimenti sugli elementi che devono essere indicati in una lettera di avvio della procedura di licenziamento collettivo.
Detta comunicazione, disciplinata dall’art. 4 l. 223/91, ha la funzione di mettere le organizzazioni sindacali nelle condizioni di partecipare adeguatamente e attivamente a una procedura destinata a mutare la struttura aziendale. La stessa, quindi, deve consentire la verifica del nesso tra le ragioni alla base della necessità di licenziare personale in esubero e i soggetti che si intende mandare via. Deve, quindi, essere reso evidente il nesso fra le esigenze che hanno determinato l'avvio della procedura e l'individuazione del personale che si intende espellere.
Per la regolarità della procedura è necessario, quindi, indicare nella comunicazione sia i motivi che hanno determinato la situazione di eccedenza, sia il numero, la collocazione aziendale e i profili professionali del personale da licenziare. Non occorre, invece, indicare i nominativi dei lavoratori che ricoprono la posizione considerata in esubero.



Prosecuzione dell’attività d’impresa e obblighi degli eredi
Corte di Cassazione, ordinanza n. 24197 del 2 novembre 2020 

La Cassazione Civile, Sezione Lavoro, con ordinanza 2 novembre 2020, n. 24197, ha fornito indicazioni in merito all’ipotesi di prosecuzione dell’attività di impresa da parte degli eredi sotto il profilo dei debiti verso i lavoratori.
Gli eredi in questione rispondono di tutti i debiti verso i dipendenti dell’impresa. Ciò in quanto si esclude l’applicazione delle norme sulla comunione, perché la gestione congiunta dell’azienda trasforma il godimento dei beni in una società irregolare. 



Abiti da lavoro e obblighi risarcitori

Corte di Cassazione, ordinanza n. 24146 del 30 ottobre 2020 

La Corte di Cassazione, con ordinanza 30 ottobre 2020, n. 24146, ha fornito precisazioni sulle responsabilità del datore di lavoro che non fornisce il vestiario.
In ipotesi di mancata fornitura della massa vestiaria, si configura un inadempimento contrattuale che legittima l’azione risarcitoria, se il lavoratore allega e dimostra di avere subito un pregiudizio economico, qual è l’usura di abiti propri, o di avere dovuto sopportare un costo per l’acquisto dei beni non forniti dal datore.



Concordato preventivo e rapporto di lavoro

Corte di Cassazione, ordinanza n. 23295 del 29 ottobre 2020

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 29 ottobre 2020 n. 23295, si è pronunciata sulle conseguenze che ha l’ammissione al concordato preventivo per cessione di beni sul rapporto di lavoro.
Detta circostanza può integrare giustificato motivo di recesso ma non comporta di per sé l’impossibilità giuridica della continuazione del rapporto di lavoro, che permane fino al recesso di una delle parti. Non è corretto non ammettere al passivo i crediti di lavoro di un dirigente, sul presupposto dell’impossibilità della prestazione lavorativa in pendenza del concordato preventivo per cessione di beni, stante l’esclusivo scopo liquidatorio della procedura.
















© Copyright ArlatiGhislandi, Milano – 2020

La traduzione, l’adattamento totale o parziale, la riproduzione con qualsiasi mezzo nonché la memorizzazione elettronica sono riservati.