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Persuaso che la filosofia di Michel Foucault si presentasse sovente come analisi di dispositivi concreti, Gilles eleuze offrì nel corso di una conferenza sull’opera del filosofo francese un’interpretazione di dispositivo, individuandone i caratteri, le dimensioni essenziali e i meccanismi di funzionamento. In estrema brevità, un dispositivo è un congegno - in esercizio, innescato da catene di variabili - costituito da linee di forza, curve di visibilità e di enunciazione (1). Un dispositivo non è dunque un oggetto, quanto piuttosto una trama variabile di relazioni, un regime di quanto visibile ed enunciabile, un ‘insieme multilineare’ in continua trasformazione